Pensieri al vento: dove può portare la fine di una foglia


Nel pomeriggio di ieri, si è alzata una sorta di tromba d'aria. 


Sul terrazzo, al mare, il vento si è insinuato in ogni dove, quasi a voler mostrare chi è veramente. 
Le piante ondeggiavano e le foglie farfugliavano come pettegole. 

Ghifolo immobile, in piedi (si dice così anche per i gatti?), al posto di un vaso a cui avevo cambiato posto poco prima. 

Nella mia testa  l'aspettativa di un bel temporale estivo e insieme il timore che potesse arrecare danni; in giro, polvere e foglie, a scombinare  i capelli e i progetti. 

Poi, dopo tanto rumore, il nulla, la calma. 
L'aria si è fatta più fresca; di tutta quella baraonda, è rimasta a terra una foglia di ficus, tranciata di netto; il ficus elastica che avevo portato all'aperto qualche mese fa, perché godesse di aria buona, dopo un inverno di clausura e aria viziata dal termosifone.

Che peccato, una così bella foglia! Che cosa ne posso fare? Come posso darle valore? 
Mi viene in mente che, da piccole, avevamo in casa un quadro, al cui centro era applicata una foglia finemente lavorata, su cui era dipinta una donna egiziana. Ne conservo un vago ricordo; chissà da dove era venuto e chi ce lo aveva regalato.



In ogni caso, io non sono brava con i pennelli, rischio di fare un pasticcio e sarebbe un peccato; preferisco semplicemente seccare questa bellissima foglia in mezzo a un libro e ritrovarla a sorpresa, sfogliandone le pagine. 


Dalla mia piccola biblioteca verde, piccola, ma di tutto rispetto, scelgo un bel tomo, "Il giardino del giardiniere", che mi è stato regalato un Natale di qualche anno fa.



È un libro meraviglioso, in cui l'architetto paesaggista Madison Cox ha creato una raccolta di  fotografie e descrizioni di giardini, che hanno avuto vita grazie al lavoro di giardinieri e paesaggisti di tutto il mondo, in un arco di tempo che va dal trecento ad oggi.




Apro il libro e mi trovo sulla pagina dedicata al giardino di Linneo in Svezia, nientepopodimeno che il botanico e padre della nomenclatura binomiale.
In pratica, il genio che assegnò due nomi latini alle piante, facendo in modo che ci si possa capire a livello internazionale, un lavoro intelligentissimo e immane. 






Mi piacerebbe molto andarlo a visitare, chissà! 


Rimango per un bel po' a sfogliare queste pagine così evocative, che mostrano come talvolta il lavoro dell'uomo sia talmente rispettoso e fuso con la natura, che quasi non si avverte. 

"Perdo" tanto tempo immersa nel verde di questa lettura; penso a Linneo nel suo laboratorio all'aperto, al suo interesse infinito per le piante e mi sento bene. Passano in questo modo alcune ore, mentre la presenza dell' aspirapolvere e Ghifolo, entrambi stesi sul pavimento, mi riportano drasticamente alla realtà. ☺



L'ispirazione per un nuovo viaggio, la sensazione di essere stata altrove, tanta voglia di fare e di conoscere, ecco quello che può rimanere di una foglia staccata dal vento.



Ciao cari a-Mici! Alla prossima!

1 commento:

  1. Che bel regalo ti ha fatto il vento, questa foglia che ti ha fatta perdere in un bel libro! E poi, quando lo riaprirai per caso più avanti, magari un po' sovrappensiero, arriverà un'altra sorpresa, il ritrovare la foglia tra le sue pagine... e nuove sensazioni ed ispirazioni prenderanno il volo!

    RispondiElimina

Ciao A-mici questo blog è al momento in stand by. Potete seguirci su Facebook e Instagram . Un caro saluto a tutti🌱🌿