Il team micioso è composto da
Rosi, Polli, Ghifolo, Terry e Maggy.
Ariù è la "mamma" della
Rosi e di Polli.
Chiarù è la “mamma” di Ghifolo,
detto anche Guelfo o Ghelfo.
La Terry e la Maggy sono le
gattine di Gemma (la mamma di Ariù e Chiarù) e quindi, continuando con
l’analogia della famiglia, sono come loro “sorelline”.
Ps. Il termine “mamma” non è del
tutto appropriato, lo sappiamo, ma fino a quando non ce ne verrà in mente uno
che ci piace, useremo questo termine.
Del resto anche “padrona” è del
tutto inadatto a descrivere quel rapporto di amore particolare, che si crea con
i propri mici: chiunque abbia la fortuna di condividere la propria vita con
queste fantastiche creature sa bene che i gatti non si fanno possedere o né tanto
meno comandare.
I gatti, al pari dei cani, hanno
un’intelligenza sociale molto sviluppata, sono in grado di comprendere gran
parte di quello che diciamo loro e anche di “registrare” il proprio nome; il
problema è che fanno quello che vogliono e decidono loro, quando e se “presentarsi”
ai nostri richiami.
La Rosi
La Rosi è la gatta più vecchia di
casa; è detta anche “gatta fossile o giurassica”.
Non sappiamo bene quanti anni
abbia, ma si stima un’età fra i 15 e i 18 anni.
Viene dalle colline di San Leo;
ne deve avere viste parecchie. Fra le sue mirabili avventure, ricordiamo il
periodo in cui mancò da casa per una ventina di giorni. Tornò a casa una
mattina di giugno. Si presentò alla porta, come se niente fosse, con la sua
solita fame vorace e con il suo miagolare sgraziato, che assomiglia più al
verso di una papera che a quello di un gatto.
La Rosi è una richiesta continua
di cibo e coccole. Mangia ininterrottamente, non ha problemi di stitichezza ed
e’ un mucchietto di ossa e pelo.
Descritta così potrebbe sembrare
brutta e invece è un amore, molto espressiva e fotogenica. Pur di ricevere una
carezza, è capace di stare per ore in grembo a qualcuno, con la testa puntata
contro l’ascella. Forse per una sintonia con il suo pelo rosso, adora piluccare
tutti i piatti in cui c’è stato un po’ di sugo di pomodoro.
Polli
Polli è un micio di recente
“acquisizione”. Nato come “gatto di tutti” o “gatto di quartiere”, deve il suo
nome a un bimbo che abita vicino ad Ariù.
Per un certo periodo si è pensato
che avesse una famiglia che si occupasse di lui, in quanto profumava di colonia
come una vecchia signora alla domenica alla Santa Messa. In seguito deve essere
stato lasciato completamante a se stesso, dal momento che si è presentato più
volte alla porta di Ariù malconcio, denutrito e sporco.
Ariù lo ha amorevolmente curato e
nutrito e da allora pur rimanendo un gatto libero, fa spesso ritorno a quella che può chiamare davvero casa.
Ha bellissimi occhi verdi e un buffo
musetto, bianco e grigio. La parte grigia sembra formare una sorta di sipario
sugli occhi e questo particolare gli dà un’aria imbronciata e molto buffa.
Ha sempre fame e alle volte si
addormenta di colpo con la bocca aperta.
Ghifolo
Ghifolo, detto anche Guelfo o
Ghelfo è un paffuto gatto dal pelo nero che vive con Chiarù e il suo compagno.
Ha un passato di gatto-cane, nel
senso che quando era piccolo parava le palline che gli si lanciavano e le
riportava indietro.
Ora ha un presente di
gatto-tappeto, nel senso che ama guardare da sdraiato le palline che lo
sorvolano.
Ghifolo vive in un appartamento
con un grande terrazzo; avendo tanto spazio a disposizione, ama scoprire sempre
nuovi pertugi in cui nascondersi e “collaudare” nuove fioriere. Con il suo
grosso posteriore, schiaccia tutti i fiori e le piante su cui si posa, con la
leggiadria che lo contraddistingue.
E’ un po’ diffidente con gli
estranei, ma con le persone che conosce è “un gatto di burro”; si fa fare ogni
tipo di coccola, per poi cominciare a mordere quando non ne può più. Se si
trova da solo in casa, si coccola impastando e ciucciando la sua maglia
azzurra, un vecchio maglioncino di Chiarù di simil-angora, da cui non si separa
mai.
Forse un po’ per noia e un po’ per
dispetto, ama “degustare” qualsiasi pianta che abbia un fogliame leggero e si
muova facilmente al vento.
Pur mangiando poco, è un gatto un
po’ pingue ed è un po’ strabico. Queste due caratteristiche lo rendono buffo,
molto espressivo e irresistibile.
La Terry
La Terry è una micetta alta e
sottile. Ha gli arti molto sviluppati che le danno un’aria un po’ dinoccolata.
E’ in parte bianca e in parte tigrata.
Ha una macchiolina color nocciola
sul musetto. E’ una gattina dolcissima che sembra avere capito che il suo punto
forte non è la bellezza e quindi pare voler colmare questa lacuna con le
coccole (fusa e leccotti).
E’ la classica micetta che si
potrebbe utilizzare per la pet-therapy, perché
sembra capire al volo dove c’è bisogno di lei. La notte si infila sotto le
coperte e si accoccola buona, buona, nell'incavo formato dalle gambe della sua
“mamma” che dorme.
E’ molto giocherellona e grande
cacciatrice di uccelli e insetti di ogni tipo.
La Maggy
La Maggy è una micetta
principessa, molto carina E’ bianca e
nera e ha dei grandi occhi di colore verde-giallo.
Invece di cacciare preferisce
starsene tranquilla sul davanzale della finestra e “gracchiare” alla vista di
una potenziale preda.
Le uniche prede che rimedia sono
quelle che ruba dalla sorella Terry, la vera cacciatrice di casa.
La Maggy non vuole essere presa
in braccio e quando qualcuno ci prova, sembra impazzire.
Ama passare i pomeriggi a dormire
sul letto e se la si avvicina in cui momenti è molto affettuosa.
Un altro momento di dolcezza
estrema, è la notte; spesso decide di accomodarsi addosso alla sua “mamma”, di
impastare su di lei e di riempirla di leccotti.
Se sta dormendo e qualcuno
prepara il caffè, appena sente il rumore della moka si mette a “gracchiare” e
dopo poco ritorna a dormire.
Questa è la nostra squadra; i
gatti non sono di utilità pratica in giardino, anzi talvolta possono anche
essere di intralcio. Ma sono indispensabili per creare quell'atmosfera calda e
tranquilla, che fa sentire una casa ancora più casa.
Questa breve poesia rende bene il
nostro pensiero e la condividiamo con voi.
“La presenza di un gatto migliora il muro del giardino in estate e il cuore quando il tempo è cattivo”.
Judith Merkle Rilke
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